sabato 15 settembre 2012

Danilo Maestosi - L’era glaciale

I fiori del tramonto

Ravello (SA) - dal 16 settembre al 4 ottobre 2012
Danilo Maestosi - L’era glaciale

PALAZZO SASSO

Via San Giovanni Del Toro (84010)
www.palazzosasso.com


L’artista ha racchiuso in questa
esposizione a Ravello venti opere a tecnica mista su tavola e come lui stesso afferma ha voluto battezzare con il titolo ‘Era glaciale’ un’epoca fuori del tempo nella quale iscrivere una sorta di grado zero, stadio di trapasso, della vita, della forma, del colore, del segno

vernissage: 16 settembre 2012. h 11.30
curatori: Bruno Mansi
autori: Danilo Maestosi
genere: arte contemporanea, personale
email: wzgiovannadellisola@supereva.it


comunicato stampa
L’era glaciale

Danilo Maestosi

Promozione
Bruno Mansi
Organizzazione
Archivio Ravello Arte Contemporanea

Palazzo Sasso
Via S. Giovanni del Toro, Ravello (SA)
16 settembre – 04 ottobre 2012
Opening domenica 16 settembre, ore 11.30

Comunicato stampa
Domenica 16 settembre, alle ore 11.30, sarà inaugurata la mostra di Danilo Maestosi dal
titolo “L’era glaciale” nel salone di Palazzo Sasso a Ravello, curata dall’art promoter Bruno Mansi
e con l’organizzazione dell’Archivio Ravello Arte Contemporanea. L’artista ha racchiuso in questa
esposizione a Ravello, dove torna sempre volentieri, venti opere a tecnica mista su tavola e come
lui stesso afferma ha voluto battezzare con il titolo ‘Era glaciale’ un’epoca fuori del tempo nella
quale iscrivere una sorta di grado zero, stadio di trapasso, della vita, della forma, del colore, del
segno. “Un limbo di gestazione, del tutto arbitrario, in cui simulare un rito di genesi e separazione
degli elementi che fanno da bussola al mio immergermi nel caos, mi scuotono l’anima: l’aria,
l’acqua, il fuoco, la terra. E poi nell’alternarsi di gelo e disgelo mettere in scena la voglia e la
speranza di cambiamento, i confini e gli slittamenti ambigui tra organico e inorganico, tra la pietra e
la carne, tra l’esistenza e la morte, tutti i possibili viaggi sospesi tra l’estasi e la paura, tra sapori e
colori”. “Danilo Maestosi – scrive nel testo del catalogo della mostra Erminia Pellecchia - racconta,
con il privilegio che ha del dono della pittura, questo tempo fermo dove, nella confusione e nel
caos, la felicità-infelicità è ora, tutto e subito. Scrive con il colore la sua Apocalisse dove nel gelo
del bianco che incombe sulla tavola i segni morbidamente incisi e le forme cromatiche lievemente
accennate si fanno rivelazione del mondo che verrà. L’artista romano volge lo sguardo là dove
siamo davvero – ‘un limbo di gestazione, uno stadio del trapasso’ verso il cielo in attesa del
prossimo fiocco di neve. In un ‘presente a caduta libera’, come cantano i Subsonica, creato dalla
disgregazione del post che sostituisce l’essere, il pensare ed il fare, lui chiama un time-out che ci
impedisca di andare alla deriva. La fisicità del colore, la tensione compositiva, la stratificazione
della materia, le tormentate geometrie astratte, il movimento ascendente e circolare dei corpi e
delle forme sono la trascrizione emotiva con cui Maestosi esprime le sue inquietudini, la voglia
e la speranza di un mondo nuovo in cui la memoria è ragione di cambiamento. La sua pittura di
luce supera lo sbarramento drammatico del bianco, quell’ombra di catastrofe annunciata che è,
comunque, sempre presente, come un ammonimento, nei suoi dipinti. L’astrazione si sublima in
Genesi, l’io-dio che modella l’inorganico in organico. Ed ecco che, citando i titoli di alcune opere
presenti in mostra, dal Cuore duro della terra poi Riemerge il colore e dai Fiori di ghiaccio o da
Una costola di coccodrillo nasce Tutti figli di Lucy, Lucy-Eva, madre di tutte le madri, madre del
caleidoscopico mosaico delle diversità. La vita che fluisce nell’ ’alternarsi di gelo e disgelo’, un
viaggio infinito tra la paura di un pianeta che muore e noi con lui nella nostra effimera, ossessiva,
fragile sicurezza di eternità e il meccanismo meraviglioso, insondabile, inarrestabile della rinascita
nel mutamento”.

Ufficio stampa: EvArt Comunicazione di Giovanna Dell’Isola cell. 339 3017395

Note biografiche

Danilo Maestosi, 1944, romano. Giornalista (Tempo, Paese Sera, Ansa, Rai, Messaggero con cui continua
a lavorare come critico d’arte) e pittore. La prima personale Come ombre sui muri nel 1998 a villa Rufolo,
Ravello; la sua ultima Miraggi di sangue, di sale, di spezie alle Carceri papaline di Montefiascone nel 2011.

Lavora per cicli. Tre di questi sono stati esposti al museo del Vittoriano: Lunario (2005); Le mille e una seta
(2008), portata anche a Berlino; Concerto-Sconcerto (2010). La mostra Parabole nel 2007 è stata allestita al
Macro di Roma e poi al Cairo e in altre città egiziane. Nel 2011 ha partecipato alle collettive In memoria della
Shoa a Tel Aviv e Sulle orme di Marco Polo ad Hang Zou in Cina. Nel 2010 e 2011 è stato invitato al Festival
del cinema per ragazzi di Giffoni Valle Piana. E’ stato tra i protagonisti, nel 2011, della mostra-riflessione Noi
credevamo. Identità graffiata ai Dioscuri del Quirinale.
Hanno scritto, tra gli altri, di lui: Vittorio Sgarbi, Marco Tonelli, Claudio Strinati, Massimo Bignardi, Gabriele
Simongini, Patrizia Fiorillo, Carmine Siniscalco, Danilo Eccher, Ennio Calabria, Erminia Pellecchia, Walter
Veltroni.


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