venerdì 21 gennaio 2011

Gatto Nero - Graffi


Milano - dal 21 gennaio al 13 febbraio 2011
Gatto Nero - Graffi

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Nella ricerca di un equilibrio tra figura e astrazione, i Graffi di Gatto Nero sono scie di colore che solcano la tela, erodendo alcuni scenari per crearne nuovi.

vernissage: 21 gennaio 2011. ore 18.30
autori: Gatto Nero
genere: arte contemporanea, personale
email: caterina@stradedarts.it


Nella ricerca di un equilibrio tra figura e astrazione, i Graffi di Gatto Nero sono scie di colore che solcano la tela, erodendo alcuni scenari per crearne nuovi. Come un viaggiatore che precipita dalla sua barca a remi, trascinando con sé il non più calmo riflesso del paesaggio nell’acqua, Gatto Nero deforma le linee, le unisce e le separa, le confonde, per restituire a quel riflesso nuove sembianze. Il movimento circolare dei remi che increspa le immagini è la pennellata che infonde matericità alle tele, traducendo la sua visione e la sua emozionalità in arte. E’ così che l’artista interpreta il contrasto tra la lezione dei grandi maestri italiani e quegli elementi di rottura che si possono ricercare invece nell’arte urbana, figlia eversiva della grigia periferia. I filoni su cui Gatto Nero si sofferma sono principalmente tre: i paesaggi, l’informale e le bandiere. Quando la forza della natura incontra il progresso e la tecnologia e si scontra con essi, nascono paesaggi, rivisitati in chiave espressionista, che raccontano grandi cambiamenti dove non c’è spazio per l’uomo, schiacciato e annichilito dalla risposta della natura alla sua provocazione. Da qui si arriva alla globalizzazione che erode le bandiere, simboli non più eterni di unità e divisione, identità e diseguaglianza, che una volta avevano regalato agli Stati l’illusione di un futuro, per poi essere proprio da questo estromesse. Le bandiere di Gatto Nero sono, infatti, sgualcite, lacerate, graffiate da pennellate bianche come il colore della resa. Infine, vediamo i soggetti che rappresentano immagini informali, elementi liminari della realtà, che possono essere ricondotti alla traduzione delle sue emozioni su tela. Nascono così mondi immaginari, fatti di simboli, colori evocativi, materia che prende il sopravvento sullo spazio, rompendo i margini, straripando, debordando, per ricordarci che ci troviamo di fronte a opere in cui il confine tra scultura, pittura e oggetto è nullo.


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