giovedì 16 settembre 2010

Giuseppe Gentili - Opera

Potenza Picena (MC) - dal 16 al 26 settembre 2010
Giuseppe Gentili - Opera

UMBERTO BOCCABIANCA
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La mostra a cura di Antonella Ventura dà un nuovo afflato all’opera di questo grande artista che opera con materiali come il ferro, il bronzo che con il fuoco della fiamma ossidrica fonde, plasma, vivifica.

vernissage: 16 settembre 2010. ore 17.00 presso il Teatro “Bruno Mugellini”
ufficio stampa: ARTE PER LE MARCHE
curatori: Antonella Ventura
autori: Giuseppe Gentili
genere: arte contemporanea, personale
web: www.giuseppegentili.it


Giuseppe Gentili lo scultore marchigiano denominato il “Charlie Chaplin” della scultura presenta le sue ultime creazioni a Potenza Picena (Mc) dal 16 settembre 2010 al 26 settembre 2010 in uno dei gioielli delle Marche: il Teatro” Bruno Mugellini” del 1863 e le espone presso la Sala Mostre del Centro Culturale “Umberto Boccabianca”.
La mostra a cura di Antonella Ventura dà un nuovo afflato all’opera di questo grande artista che opera con materiali come il ferro, il bronzo che con il fuoco della fiamma ossidrica fonde, plasma, vivifica.
Le sue sono opere che attirano, catturano, parlano di pace, di amore, di vita indipendentemente da come si presentano:aggrovigliate, lucenti, gigantesche, doloranti.
Opere di grande spessore che testimoniano il suo impegno umano e sociale, il suo “urlo” contro la guerra, le prepotenze, le ingiustizie, la violenza.
“OPERA, è la vita, il pensiero , le mani di un Uomo: Giuseppe Gentili, che mai si ferma e s’acquieta, ma tutto è il fermento di un movimento che non ha fine, che segue un disegno consapevole e logico, dai contorni metafisici e le connotazioni cubo-futuristiche , le quali approdano ad un’Arte , la Sua , in una condizione fuori” dall’ordinario”, e che per lo stile può essere collocata, tra l’antico è il moderno.
Giuseppe Gentili, è il narratore di un epoca straordinaria che sta volgendo al termine , in cui l’uomo del suo tempo con la forza delle sue mani, e la maestria del suo ingegno ha rivoluzionato il rapporto uomo-macchina, e di cui il primo è diventato funzione del secondo. Da qui l’Opera di Gentili la quale, assume anche un valore storico, divenendo una sorta di icona , un “feticcio“ del rapporto insano dell’Uomo con la macchina, ma soprattutto del rapporto “strano” tra l’uomo e l’Assoluto che l’ha creato ,in quanto l’Uomo è : la Macchina-Mostro, cioè la migliore macchina mai creata, è al contempo il peggior mostro mai esistito……..
Non si pensi di omologare Giuseppe Gentili a una Sua opera, “L’Uomo di Sarajevo” piuttosto che al “Don Chischiotte” al “Charlie Chaplin” o al”Il Terrorsimo” , realmente sono una Opera Sola, perché infinite sono le proiezioni dell’Umano devastato, dove il seme del Male coincide con quello del Bene, e di nuovo sempre e continuo, deve essere il suo flusso, e a Tutti, anche” a Quelli che non sono Abili”, come nel caso della “Madonna dei diversamente Abili “ è: concessa la vita, Unica vera Opera D’Arte per generare ancora Seme!! !.
E’ un ciclo che non ha mai fine, cui nessuno può togliere il libero arbitrio, e chiudere l’accesso , alle molecole come agli spiriti, come celebra l’ ultima creatura di G.G. in fase d’opera, dal titolo :” ViTA”. (A.V)

*Il manifesto è stato realizzato con una foto del fotografo Franco Esse.









Biografia
Giuseppe Gentili nasce a Pollenza ( Macerata ) nel 1942, frequenta gli studi artistici e consegue il Diploma di Maestro d'Arte nel 1963. A venticinque anni espone le sue prime opere in scultura, con consenso di pubblico e di critica. Innovativo per la tecnica e per il materiale che adopera, realizza pannelli in basso rilievo, sbalzi in rame, bronzetti e numerose opere di grande dimensione: lavora con la fiamma ossidrica, mista alla fusione.
Di lui si interessano per il collezionismo: Charly Chaplin, che acquista tre opere; Federico Fellini, il regista delle favole folli; Pablo Picasso, che accetta l'offerta di un "Don Chisciotte", figura emblematica nella produzione dello scultore. L'artista iberico pone l'opera, alta più di due metri, nel parco della sua villa di Mongius ( Nice ), assegnando di fatto un riconoscimento alla genialità creativa dello scultore.
Espone a Montreal ( Canada ), impressionando per la drammaticità esistenziale delle opere, e a Nizza, città dove, in occasione del terzo "Grand Prix de New York", gli viene assegnata la targa "Plaquette d'or - Statue de la Libertè".
Nel 1979, l'artista si trasferisce a Spoleto, instaurando con il Festival dei Due Mondi un proficuo lavoro dialettico, che si traduce in mostre e in celebrazioni della sua arte ( Spoleto Magazine ).
Eccentrico ed anticonvenzionale, gestisce il mondo creativo con atteggiamenti di vita, che plasma come pezzi visivi: contesta e irride "il rispetto dell'arte ufficiale - che egli dice - in Italia combina grossi guai". Nascono così le tante sculture alla fiamma ossidrica, che diffonde in Italia e al'estero, entrando nelle case e nelle collezioni di molti privati.
La sua personalità può riassumersi con quanto racconta di sè stesso: "Non voglio essere chiamato contestatore, non m'interessa accordarmi ad una qualsiasi protesta. Io vivo per la mia arte e della mia arte. E chi non sa cosa sia l'Arte non può capirmi".
Al proclama, seguono opere di grosso spessore per l'impegno umano e la valenza sociale:dalla ricerca indirizzata verso episodi della Bibbia (particolarmente drammatica la serie di Caino e
Abele ) al volto di Cristo della Sindone, carico di tragedia; dal Don Chisciotte al grido de L'uomo di Sarajevo.
Dopo avere migrato in più luoghi, con ansia creativa, ora ( e per quanto ancora? ) risiede in campagna presso Camerino producendo la metafora della vita. (www.giuseppegentili.it )



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