sabato 1 maggio 2010

Fino al 29.VI.2010 Da Corot a Monet Roma, Vittoriano



Talvolta si pensa all’Impressionismo come a una teoria che si serve della natura per sperimentare scomposizioni e combinazioni cromatiche, ombre e luci. Il Vittoriano invece permette di allontanarsi dal riduzionismo, creando sviluppi capaci di incuriosire non solo il grande pubblico, ma anche lo spettatore esperto.
In principio è il bianco e nero. Luce, sagome d’alberi, riflessi dell’acqua: fotogrammi in sequenza che ritmicamente trasportano dentro la mostra, preparando la strada alla pittura. Lo si vede nelle fotografie di Cuvelier, dove rami nodosi e danzanti disperdono, come inchiostro nel latte, vene capillari in un cielo compatto. Troveremo le stesse movenze di braccia flessuose più avanti nelle piante de Il campanile di Bazincourt, di un Pissarro che sembra preannunciarevan Gogh. Mentre le giunchiglie spinte dal vento sul filo dell’acqua e le erbe animate dall’aria sembrano passare nelle ventose vedute di Corot, prima di arrivare a Pissarro e Monet.

Alcuni fotografi, come Vergier, si impressionano di Romanticismo; altri, comeFamin, si includono in una meditazione più novecentesca, umanizzata, consapevole del limite. È da qui che i nuovi pittori francesi entrano nella natura, non per dominarla né per sottomettersi a essa come a una sublime matrigna, ma con uno sguardo onesto e paritario che ne esalta la bellezza. Dalle opere sembra così di cogliere una relazione fra la natura e l’artista, una confidenza da collaboratori, un reciproco piacere, dell’una nel farsi ritrarre, dell’altro nell’assaporarla con tutti i sensi e comprenderla al punto da poterne riprodurre il vento, l’umidità, la quiete.
Il percorso della mostra segue questo viaggio di approfondimento e comunione con e dentro la natura. Di fronte a un’inondazione Sisley riesce così ad adottare una prospettiva insolita: prende le distanze dal disagio per l’uomo e dai toni di catastrofe, vedendo la calamità come momento di rigenerazione, l’acqua come alito di vita, fonte di una gioia che si esprime nei toni del lilla. Il cammino prosegue con i rosa violacei e i grigi tendenti all’arancio dei tramonti di Cazin, vedute vicine all’anima, che trasportano all’interno dell’opera.

Questa rappresentazione del paesaggio, sentito dapprima attraverso i sensi e poco a poco prendendo contatto con le emozioni, conduce fino a un Renoir“espressionista”, che palesa sulla tela il proprio godimento sensoriale e spirituale nel privato paradiso terreste della sua proprietà di Les Collettes. Il dialogo fra l’artista e la natura diventa intima fusione nelle Ninfee di Monet, dove soddisfatta ormai la curiosità realistica, placato il bisogno di esplicitare sensazioni, rimane l’astrazione: figure sospese senza prospettiva, colori soffusi senza chiara corrispondenza con gli elementi naturali, siano essi acqua, aria o terra.
Un momento di meditazione intimo sul quale il pittore lascia una porta aperta, un appiglio realistico, nei bordi grezzi della tela.

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anita fumagalli
mostra visitata il 5 marzo 2009


dal 5 marzo al 29 giugno 2010
Da Corot a Monet. La sinfonia della natura
a cura di Stephen F. Eisenman
Complesso del Vittoriano
Via di San Pietro in Carcere (zona Fori Imperiali) - 00186 Roma
Orario: da lunedì a giovedì ore 9.30-19.30; venerdì e sabato ore 9.30-23.30; domenica ore 9.30-20.30
Ingresso: intero € 10; ridotto € 7,50
Catalogo Skira
Info: tel. +39 066780664; museovittoriano@tiscali.it



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